L’arte che si appoggia.

Non appesi, ma appoggiati. I miei quadri nascono per stare vicini a noi, in un dialogo continuo con lo spazio, le persone, le superfici. Li appoggio a una parete, a una porta, a una mensola, come si fa con qualcosa di prezioso ma familiare—non distante, non esibito, ma intimo e presente.

Questo modo di esporre nasce da una riflessione: può l’arte abitare lo spazio in modo diverso? Può rinunciare alla formalità del chiodo e della cornice per diventare un oggetto vivo, flessibile, capace di spostarsi con noi, di cambiare posizione, prospettiva, energia?

Ogni quadro che realizzo è pensato per questo.

Le immagini, spesso in bianco e nero, si concentrano su volti, paesaggi mentali, suggestioni poetiche. Alcuni sembrano sognare; altri osservano in silenzio. Ma nessuno di loro vuole imporsi. Vogliono invece stare, come compagni discreti.

Un pezzo d’arte, un gesto quotidiano.

Chi acquista un mio quadro compra anche una piccola rivoluzione del gesto: poterlo spostare, spolverare, toccare con delicatezza, cambiarlo di stanza secondo l’umore. Non più qualcosa “che resta fermo sul muro”, ma un oggetto poetico e nomade.

Se vuoi scoprire le mie opere, ti invito a esplorare la galleria. Ogni quadro è unico, accompagnato da un titolo e una breve storia. E se ne trovi uno che senti già tuo, scrivimi: sarà un piacere raccontartelo meglio.